2033 nostalgico. Calcutta – Mainstream

Ci vorrebbe una notte, una notte, una notte
Soltanto per viaggiare
Una notte, una notte, una notte
Per ricominciare
Calcutta – Del verde

Estate 2033. Alla radio parte uno strano “ta-ta-ta-tarara“.
“Ah, cavolo! Questa la conosco”, fa uno, “mi sa che erano i cosi, lì, I Cani.”
“No, non erano loro”, gli risponde un altro “questi erano, erano…Gli Stato Sociale, questa mi sa che era tipo ‘Cromosomi’ o ‘na cosa simile. Tra l’altro, questi avevano fatto una bruttissima fine, mi sa…”
“Ah! Però…che musica di merda che ascoltavamo!”
“Già…poi c’era quell’altro anche…”
“Chi?”
“Coso lì, quello che stava fissato con le città”.
“Ah, sì quello dei meme e der bassista de…Carcutta! Carcutta si chiamava! Mi ricordo. Ci avevano sfrangato le palle per dei mesi con quel cazzo di ‘Mainstream’! Comunque, sempre meglio dei Thegiornalisti…”
“Sempre.”

D’accordo, questa scena è davvero stupida. Ma, quando vi troverete nell’estate dell’anno de I Cani e parlerete con il vostro vecchio compagno di concerti, vivrete una situazione molto simile e, nonostante la spocchia da “VECCHI DI MERDA“, inizierete a cantare: “Balla leggera / su quel prato di carta”, ecc, ecc, ecc.
La nostalgia di quel canto malato e stonato è la stessa di ‘Mainstream’ di Calcutta. Senti ‘Frosinone’ per la prima volta e Papa Francesco diventa un ricordo sbiadito; ascolti ‘Gaetano’ e ti viene già da dire: “Ma te lo ricordi Salvini?” Musica che sa di anni ’80 e di “notti prima degli esami” ma canzoni ben piantate nei “cazzo di anni zero”, quasi come se per descrivere alla perfezione un’epoca te ne dovessi estraniare. Questo, però, non si traduce in avidità di emozioni: la nostalgia si mischia ad un canto dirompente e trascinante, come nel refrain finale di ‘Milano’, fatto apposta per squarciare gole. La tua, che la canterai come un deficiente tutte le volte, e quella di Calcutta, che se la sta devastando concerto dopo concerto – almeno stando a quello che scrive ogni tanto su Facebook*.
Forse, per quel 2033, Calcutta non riuscirà a cantare o, se ne sarà in grado, lo farà come Morgan a Sanremo ma, quando quella stessa radio passerà ‘Del verde’, i nostri due amici si abbracceranno e canteranno di nuovo, fino a perdere la voce.
Proprio come 17 anni prima.

* Vedi qui e qui

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